lunedì 4 luglio 2016

ARCAL....AZIENDA INFORMA CHE...

ARCAL-RAI E LORO SEDI

Facciamo seguito alle precedenti comunicazioni sulle questioni relative all’ARCAL-RAI ed ai recenti colloqui intercorsi, per confermarVi che, nelle more del confronto sulla materia, siamo disponibili a prorogare fino al 31 ottobre 2016 il termine indicatoVi nella nostra precedente lettera del 21 aprile 2016 (prot. RUO/RI/RS/5 186).
Pertanto, fino a tale data, i componenti degli organismi previsti dallo Statuto Arcal potranno continuare a svolgere le relative funzioni.
Resta inoltre confermato che, per tale periodo, l’Azienda continuerà a valutare ed autorizzare, di volta in volta, il finanziamento delle singole iniziative approvate dalla Commissione Centrale, con l’auspicio che - tenendo presente l’ottica di revisione e razionalizzazione della spesa - abbiano una assoluta priorità quelle a carattere sociale, con finalità di sostegno ai dipendenti ed alle loro famiglie.

Autorizziamo altresi, entro il limite di 60.000 euro, il finanziamento delle attività delle sezioni regionali Arcal ribadendo la raccomandazione che i contributi vengano destinati esclusivamente alle attività di carattere sportivo o ad eventi ricreativi di particolare utilità sociale.

venerdì 6 maggio 2016

NOTA SUL NUOVO PIANO INDUSTRIALE PRESENTATO DAL DIRETTORE GENERALE




JOBS ACT: TANTO RUMORE PER NULLA

 “Un risultato, quello del Jobs Act, decisamente insoddisfacente, che dimostra la sua spaventosa inefficienza se consideriamo la quantità di risorse spese per la creazione di nuova occupazione. A fronte di 6,1 miliardi di euro spesi nel solo 2015 si registrano poco più di 100 mila occupati aggiuntivi. Un rapporto costi, benefici decisamente sproporzionato”. E' quanto calcolato dagli uffici fisco e finanza pubblica e mercato del lavoro della CGIL nazionale. Il report analizza gli effetti del Jobs Act sull'occupazione a partire dagli esiti che i due provvedimenti fiscali, decontribuzione e deduzione Irap, entrambi previsti nella legge di Stabilità 2014, hanno avuto sulla riduzione della disoccupazione. Il governo ha speso 6,1 miliardi di euro nel 2015 per generare un incremento di circa 100 mila posti di lavoro su 800 mila posti persi dall'inizio della crisi, di questi il 60% a tempo determinato.  Gli oltre 6 miliardi di euro, usciti dalle casse dello Stato nel 2015 per stimolare l'occupazione, sono il risultato della somma del costo della decontribuzione, pari a 3,4 miliardi di euro lordi (i contratti che hanno beneficiato dell'esonero sono stati circa 1,5 milioni), più 2,7 miliardi derivanti dalle deduzioni sull'Irap. Inoltre, gli uffici fisco e finanza pubblica e mercato del lavoro della CGIL, avvertono che nel 2016 e nel 2017 i costi saranno rispettivamente di 8,3 e di 7,8 miliardi.
Per la Cgil “non si possono affidare al mercato circa otto miliardi di euro all'anno nella convinzione che le imprese, attraverso l'abbattimento dei costi, siano capaci di aumentare il numero degli occupati. Se volessimo utilizzare le stesse risorse dei due provvedimenti citati in investimenti pubblici e per creare direttamente occupazione, specie giovanile e femminile, si potrebbero generare molti più posti di lavoro”. La CGIL, infatti, ha calcolato nel suo Piano del Lavoro che stanziando dieci miliardi all'anno per tre anni, attraverso investimenti e assunzione diretta in settori non esposti alla concorrenza, si verrebbero a creare circa 740.000 posti di lavoro, tra pubblici e privati. “L'unica modalità concepita dal Governo per uscire dalla crisi sembra essere quella di abbassare salari, occupazione e diritti del lavoro, quando invece per creare valore aggiunto occorre aumentare la quantità e la qualità del lavoro come della produzione”.

mercoledì 13 aprile 2016

ARCAL MILANO.... SPERANZE VANE PER I GRUPPI ASSOCIATIVI

La situazione aziendale milanese è imbarazzante. 
Ripartono i Gruppi associativi nel resto delle Sedi e dei Centri di Produzione d'Italia, ma a Milano rimaniamo fermi al palo.
Perché?
Il Presidente dell'ARCAL - in considerazione di quello che rimane di questo istituto come salario differito dopo la disdetta della RAI fatta alla fine del 2015 - informa con una mail che sarà possibile procedere con il finanziamento di alcuni Gruppi (quelli considerati di carattere sportivo) mentre i rimanenti, se nel frattempo sopravvissuti e soddisfacenti i minimi criteri di riconoscimento, si potranno autofinanziare con la quota degli aderenti stessi.
Naturalmente non possiamo essere d'accordo.
Così come pensiamo che i tempi per la riforma dell'ARCAL siano ormai andati oltre ogni logica.
Ma ritorniamo a Milano.
Nel frattempo l'ultimo dei fiduciari si è dimesso.
Quindi, a Milano, non esiste più un comitato locale.
Considerata la situazione caotica, l'Ufficio del Personale dovrebbe eventualmente cercare di trovare una soluzione, auspicabilmente con la parte sindacale locale.
Ma, non avendo personale dedicato, formalmente se ne disinteressa.
Più di un anno fa, come Sindacato, avevamo chiesto di impiegare, almeno per alcune ore alla settimana, la persona che da sempre se ne occupava.
Ci è stato risposto picche.
Ora la mail di cui sopra appare quasi nascostamente e solo dopo alcune settimane.
Lasciamo stare la possibile e accesa polemica nei confronti di chi avrebbe dovuto far sapere e non ha fatto sapere. Prendiamo invece slancio per rimettere al centro del tavolo un servizio che rischia di essere definitivamente dimenticato.
Se non è possibile rimettere in piedi l'ufficio ARCAL di Milano per motivi di organico, proponiamo una soluzione che potrebbe sanare facilmente questo vulnus: l'impiego dei pensionati che già svolgono attività al servizio di alcuni Gruppi. Sarebbe sufficiente fornire un minimo di materiale di ausilio (un computer!) e fornirli di un ticket per la mensa un paio di volte alla settimana.
Anche questa volta l'Azienda si nasconde dietro al grande dito della burocrazia...

martedì 12 aprile 2016

CRONACA DI UNA MEZZA GIORNATA DI VITA SINDACALE SU WHATSAPP

AMBIENTI DI LAVORO SEMPRE MENO ERGONOMICI
Ha chiamato una collega per segnalare la pessima disposizione dei mobili che rendono difficoltoso lo spostamento nell’ambiente di lavoro. E in effetti lo spazio è un po' ridotto.
Ma non sempre è la metratura quadra insufficiente ad essere il problema.
È proprio che sempre più spesso si aggiungono cose che, sebbene la tecnologia avrebbe dovuto in grande parte eliminare, la burocrazia ha elevato a potenza.
E, cumulo per cumulo, un tavolo di lavoro non basta più e ci si allarga su più tavoli.
Ma nove metri quadri sono sempre nove metri quadri….e ti ritrovi come in una cella.
E se ti va bene c’è una finestra per la luce naturale…ma sempre più spesso ti ritrovi dentro in un “cubo” con l’illuminazione artificiale e l’aria unicamente condizionata.

FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO
Seguo un piccolo ragionamento su quelli che sono gli argomenti ulteriori per stimolare l'Azienda stessa oltre quelli già in campo.
Se le proposte sindacali sono mal sopportate, direi di aggiungere queste che seguono: una serie di argomenti formativi nel Centro di Produzione attingendo alle risorse previste dagli accordi interconfederali. Sarebbe un errore aspettare i professionisti della parola e della perdita di tempo, perché altrimenti non si fa nulla.
Dobbiamo, invece, esigere che questi corsi siano veramente utili e non copertine patinate per far fare curricula a qualcuno e sulle nostre spalle.
Attivare corsi di formazione di alta ingegneria così come si sta cercando di fare a Torino.
E noi non dovremmo essere da meno.

DIMENTICANZE AZIENDALI
Non è una barzelletta…. Qual è il paradosso del Mobility Manager? L’Immobility…
Sono passati due mesi dall’annuncio da parte della Direzione RAI di Milano…
Ma richiediamo: a quando l'ìncontro con l’Assessore alla Mobilità del Comune di Milano Pierfrancesco Maran?
Ma anche questa che segue non è una favola, anche se parliamo della Radiofonia che un po’ si associa alla cosiddetta “Cenerentola” della RAI. A quando l’incontro più volte annunciato e mai effettuato con la Direzione del Personale? (e sono passati nove mesi).



venerdì 11 marzo 2016

8 MARZO CONTRO LE MOLESTIE SUL LAVORO

Con due importanti intese a livello provinciale sia a Padova che a Vicenza Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno siglato alla vigilia dell’8 marzo un patto per un’azione comune volta a contrastare le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro. Punto di partenza l’accordo nazionale siglato il 25 gennaio da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria che recepisce, a 9 anni di distanza, l’Accordo Quadro europeo sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro del 26 aprile 2007.

In applicazione di quell’intesa Confindustria e sindacati padovani si danno tre mesi di tempo per individuare enti, privati o pubblici, nel territorio cui possa rivolgersi chi, nei luoghi di lavoro, viene discriminato o vessato a causa di genere, religione o razza.
Una parte importante riguarda la formazione cui le parti puntano per prevenire e migliorare il benessere negli ambienti di lavoro.

Simile l’intesa vicentina grazie alla quale Confindustria e Cgil Cisl Uil si impegnano a dare ampia diffusione dell’accordo e a promuovere all’interno di ogni realtà l’adozione della dichiarazione di intollerabilità di comportamenti molesti o violenti se non addirittura specifici accordi aziendali.